Comprendere la dispersione scolastica: analisi e dati su un problema ancora troppo ignorato

L’attuale emergenza covid ha riacceso i riflettori su un tema delicato e un’emergenza educativa ancora troppo frequente, ossia la dispersione scolastica, argomento che chi scrive ha già affrontato nella propria tesi di laurea, per cui saranno riportate alcune riflessioni già affrontate in sede di laurea.

La dispersione scolastica costituisce un fenomeno assai complesso e articolato, che si potrebbe definire come l’insieme dei fattori che deviano il regolare svolgimento del percorso scolastico e per contrastare il quale è necessario comprenderne le cause e il reale significato.

«La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde.»

Don Lorenzo Milani

Cos’è la dispersione scolastica?

La risposta dell’UNESCO (1972)

“Tutti i fenomeni che comportano sia un rallentamento che una interruzione del percorso formativo di studio prima del raggiungimento del titolo di studio interno ai vari cicli scolastici”.

La risposta del MIUR (2002)

“ […] La combinazione tra etimologia e significato porta ad evocare con il termine dispersione la dissipazione di intelligenze, di risorse, di potenzialità dei giovani”.

In generale, la complessa e sfaccettata definizione di dispersione scolastica, nella quale si può distinguere tra dispersioni palesi e dispersioni occulte o sommerse, ossia relative a situazioni in cui gli studenti non raggiungono una preparazione adeguata, pur portando a termine il loro ciclo scolastico, racchiude in sé:

  • l’effettivo abbandono scolastico, ossia l’interruzione degli studi, mai comunicata alla scuola, e il non conseguimento del titolo di studi da parte di giovani non più in età d’obbligo scolastico;
  • l’evasione scolastica primaria, minori mai iscritti o mai frequentanti la scuola dell’obbligo;
  • l’evasione scolastica secondaria, minori che interrompono la scuola prima del 16esimo anno;
  • situazioni che determinano un prolungamento del regolare corso di studi, quali bocciature, ritardi, ripetizioni, trasferimenti, debiti formativi;
  • il non raggiungimento degli standard disciplinari e tutte quelle situazioni che influenzano negativamente la vita scolastica dello studente, come la bassa motivazione e la mancata percezione di un futuro soddisfacente, il non rispetto degli insegnanti e delle regole della comune convivenza in classe, la non partecipazione alla vita del gruppo classe;
  • la funzione di selezione che, consapevolmente o meno, la scuola svolge a danno degli studenti, creando una disuguaglianza di ingresso e di opportunità tra abbienti e meno abbienti.

Cause e fattori di rischio

Di fronte al fenomeno della dispersione scolastica, non è infrequente che le colpe siano fatte ricadere solo sul soggetto che “si disperde”; in effetti, lo stesso termine, ormai comunemente usato per descrivere tale fenomeno, sposta l’attenzione dalla scuola, e dall’interno di questa, verso ciò che è all’infuori della scuola, ossia sul disperso e su ciò che lo riguarda. Dinanzi a un fenomeno così complesso e dalle tante sfaccettature, però, le cause vanno in realtà rintracciate sia all’esterno sia all’interno della scuola. Si possono, pertanto, individuare diverse aree di fattori di rischio, che intrecciandosi tra loro possono portare alla dispersione.

Area socio-familiare

La famiglia, in particolare nel caso di mancanza di mezzi economici, di povertà culturale e di “bassi” livelli d’istruzione, e l’ambiente di provenienza rappresentano un fattore di rischio, in quanto elementi che potrebbero sia ridurre le opportunità, i mezzi e le risorse che “allevierebbero” le fatiche scolastiche sia nutrire nel soggetto basse aspettative nei confronti del percorso scolastico e del proprio futuro e, di conseguenza, una minore motivazione nello studio. Situazioni economiche svantaggiate potrebbero alimentare nello studente anche una maggiore pressione a diventare indipendente il prima possibile. Inoltre anche alcuni atteggiamenti educativi “estremi” dei genitori, da comportamenti fortemente autoritari a eccessivamente permissivi fino a un atteggiamento svalutativo, potrebbero essere causa di frustrazioni, senso di inferiorità, aggressività.

Quest’area comprende anche la scuola sia con la sua organizzazione e struttura (ad esempio le aule numerose possono determinare una minore attenzione del docente nei confronti dei propri alunni, inficiandone la performance scolastica) sia con il suo metodo di insegnamento, ancora troppo tradizionale, che non riesce ad affascinare lo studente e a smuoverne interesse e curiosità.

E’ da considerare spesso un vero e proprio pericolo anche una formazione degli insegnanti ancora troppo legata alle mere conoscenze, un atteggiamento di chiusura, di non coinvolgimento nella vita della classe e poco supportivo da parte del docente nei confronti del discente, una mancanza di comunicazione tra alunno e insegnante e l’incapacità di suscitare interesse e motivazione negli studenti, a sua volta legata alla motivazione e soddisfazione degli stessi insegnanti. Un insegnante soddisfatto crea, infatti, una relazione più affettiva ed emotiva con i propri alunni e produce una classe più armoniosa, interattiva e produttiva.

Area socio-pedagogica

Altro fattore di rischio riguarda la capacità dell’alunno di raggiungere determinati standard disciplinari e di affrontare lo scarso rendimento scolastico, i mancati progressi, i rimproveri di insegnanti e genitori per essere “cattivi e pigri” studenti.

Area fisiologica e psicopatologica-individuale

L’insuccesso e l’abbandono scolastico possono essere facilitati sia da fattori individuali, come il malessere, l’ansia, la noia, la bassa autostima, la capacità di gestire le frustrazioni, le proprie aspettative di successo o fallimento e la sensazione di sentirsi abbandonati e non accettati, sia da variabili biologiche e neurofisiologiche, ossia l’iperattività, la disabilità, i bisogni educativi speciali e i disturbi specifici dell’apprendimento.

Dispersione scolastica e Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Nell’ambiente scolastico, per gli studenti con DSA, in particolare non certificati o riconosciuti troppo tardi, non è infrequente andare incontro alle diverse situazioni racchiuse nell’espressione dispersione scolastica. Va, però, precisato che, pur dovendo fronteggiare spesso difficoltà e ostacoli maggiori, non è il disturbo in sé a rappresentare un fattore di rischio, quanto il modo in cui il soggetto vive, soprattutto a scuola e in famiglia, il disturbo e il ritardo nel riconoscimento dello stesso. Lo studio, mnemonico e tradizionale, le richieste ambientali, la non comprensione da parte delle figure di riferimento e la percezione di essere soli sottopongono lo studente con DSA a uno sforzo e a una fatica maggiori, spesso non ricompensati da buoni risultati scolastici e che possono, perciò, far nascere in lui un senso di frustrazione e demotivazione, un’immagine negativa di sé, che può portarlo addirittura alla forma più estrema di dispersione, l’abbandono scolastico.

Dati sull’abbandono scolastico

Tra i diversi significati del termine dispersione, più facilmente quantificabile è quello di abbandono scolastico, del quale i dati più recenti in nostro possesso sono quelli pubblicati nel Luglio del 2019 dal MIUR e riguardanti l’anno scolastico 2016/2017 e il passaggio all’anno scolastico 2017/2018, secondo i quali dei circa 1.703.000 alunni, frequentanti la scuola secondaria di I grado, 11.830 studenti, ossia lo 0,69%, hanno abbandonato questo grado, mentre 8.130 studenti hanno abbandonato nel passaggio dalla scuola secondaria di I grado a quella di II grado. L’abbandono interessa, in particolare, gli studenti maschi, ossia l’1,61%, e provenienti dalle Isole, l’1,75%, dal Nord Est, l’1,47% e dal Sud, l’1,44% (la Campania al 2,0%).

Giunti alla scuola secondaria di II grado, l’abbandono è pari al 6,2% al primo anno di corso e durante il passaggio al secondo anno, mentre ruota intorno al 3,7% negli anni successivi, scendendo fino allo 0,9% per gli alunni del V anno. Anche in questo caso, l’abbandono riguarda principalmente gli studenti maschi, con il 7,4%, delle Isole, con il 4,7%, e del Meridione, con il 3,9% (con la Campania al 4,4%).

CLICCA QUI PER TUTTI I DATI DEL MIUR

A guardare i numeri, riguardanti il 2016/2017, viene da chiedersi come la situazione si sia evoluta negli anni successivi e, in particolare, quali siano le conseguenze dell’emergenza covid sul tema, in tutte le sue sfaccettature. Riguardo a ciò, una prima fotografia ci è stata fornita, alla fine dell’aprile scorso, dal Censis:

“Nel complesso, solo l’11,2% dei dirigenti dichiara che, al momento della rilevazione, tutti gli studenti erano coinvolti in attività didattiche a distanza, con minime differenziazioni a livello territoriale, tranne nelle scuole del Nord-Ovest dove il corrispondente valore scende al 9,5%”.

Strategie e prevenzione

Sulla carta, molte sono le misure, volte a contrastare la dispersione scolastica, adottate, nel corso degli ultimi anni, dal MIUR (la predisposizione di POF, il passaggio da una scuola all’altra, il moltiplicarsi di agenzie volte al benessere scolastico e al monitoraggio dell’obbligo scolastico). Nella pratica, però, la frammentazione degli interventi, la mancanza di mezzi finanziari e di collaborazione sul territorio e la “mancata” volontà di alcuni docenti hanno reso poco efficaci tali interventi, volti a ridurre o evitare i segnali di rischio.

E’ fondamentale che l’ambiente scolastico, sereno e armonico, sia capace di stimolare e alimentare gli interessi e il desiderio di imparare dello studente e la sua crescita emotiva e creativa, aiutandolo a comprendere come le conoscenze scolastiche possano essere utilizzate nella vita all’esterno.

E’ fondamentale che la scuola sia un luogo di accettazione, di cura e di comunicazione, dove tutti gli alunni si sentano ascoltati, compresi, partecipi e aiutati nella scoperta del metodo di studio, più adatto ai loro stili di apprendimento, tempi e abilità.

Nello specifico degli studenti con DSA, sono fondamentali un’individuazione precoce e l’uso di strumenti compensativi e dispensativi, per mettere lo studente sullo stesso piano dei propri compagni e garantirgli il diritto allo studio, a uno studio sereno e “piacevole”, e pari opportunità nella scuola e nel vita post-scuola.

Bisogna ribaltare la didattica tradizionale, nella quale è lo studente ad adattarsi alla scuola, per giungere a una scuola che si adatti alle caratteristiche individuali degli studenti e che metta ognuno di loro in condizioni favorevoli all’apprendimento. Bisogna costruire una scuola a misura del giovane, nel rispetto delle diversità individuali, una scuola che metta al centro gli alunni e si domandi come insegnare piuttosto che cosa insegnare.

Per maggiori approfondimenti:

Volti della dispersione scolastica e formativa. Un’indagine in Provincia di Forlì-Cesena, a cura di P. Zurla.

Rischio di dispersione scolastica e disagio socio-educativo. Strategie e strumenti di intervento in classe, a cura di M. Pellerone.

Dispersione scolastica e disagio sociale. Criticità del contesto educativo e buone prassi preventive, a cura di R. Fadda, E. Mangiaracina.

Reti contro la dispersione scolastica. I cantieri del possibile, a cura di M. Rossi-Doria, S. Tabarelli.

Un Tutor per amico APS: Chi siamo

L’Associazione Un Tutor per Amico APS nasce nel 2018 perseguendo finalità di promozione sociale e realizzando interventi di assistenza educativa, rieducativa, socio-sanitaria, formazione e divulgazione sui problemi inerenti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), Bisogni Educativi Speciali (BES). Inoltre, si occupa di problematiche riferite ai bambini, giovani, famiglia e scuola, offrendo diffusione e informazione scientifica, divulgativa, operativa e logistica sulle relative problematiche ed interventi e occupandosi di formazione per il personale della scuola.

L’Associazione ha ricevuto il Patrocinio Morale dalla Fondazione Cannavaro-Ferrara, già impegnata in progetti sociali volti a contrastare le diverse forme di disagio infantile e giovanile della città e della provincia di Napoli. Ambiti di intervento: educazione, formazione al lavoro, sport, aggregazione, salute.

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Scuola 2019/2020 | Valutazione degli studenti: norme e criteri [Ordinanza]

scuola valutazione

E’ stata pubblicata l’ordinanza con i criteri per la valutazione che la scuola dovrà seguire per l’anno scolastico 2019/20 e prime disposizioni per il recupero degli apprendimenti.

In questo periodo così particolare si è stabilito anche un Piano di apprendimento individualizzato, per gli alunni ammessi alla classe successiva con una o più insufficienze o con livelli di apprendimento non adeguatamente consolidati ed infine e i parametri per la bocciatura.

Ordinanza relativa alla valutazione degli studenti di ogni ordine e grado

Criteri di valutazione

Primo ciclo di istruzione:

Scuola secondaria di secondo grado – Valutazione delle classi non terminali

  • ART. 4, comma 1: “la valutazione degli alunni è condotta ai sensi dell’articolo 4, commi 1, 2, 3 e 4 del Regolamento 22 giugno 2009, n. 122“. (clicca sul regolamento per consultarlo).

Ammessi alla classe successiva

Primo ciclo di istruzione:

  • ART. 3, comma 2: “Gli alunni sono ammessi alla classe successiva in deroga alle disposizioni di cui all’articolo 3, comma 3, all’articolo 5, comma 1 e all’articolo 6, commi 2, 3 e 4 del Decreto legislativo [ 13 aprile 2017, n. 62 ]“. (Clicca sul decreto per consultarlo).
  • ART. 3, comma 4: “Gli alunni sono ammessi alla classe successiva anche in presenza di voti inferiori a sei decimi in una o più discipline, che vengono riportati nel verbale di scrutinio finale e nel documento di valutazione”.

Scuola secondaria di secondo grado – Valutazione delle classi non terminali

  • ART. 4, comma 2: “Il consiglio di classe procede alla valutazione degli alunni sulla base dell’attività didattica effettivamente svolta, in presenza e a distanza, utilizzando l’intera scala di valutazione in decimi.”
  • ART. 4, comma 3: ” Gli alunni della scuola secondaria di secondo grado sono ammessi alla classe successiva in deroga alle disposizioni di cui all’articolo 4, commi 5 e 6, e all’articolo 14, comma 7 del Regolamento 22 giugno 2009, n. 122“. (clicca sul regolamento per consultarlo).

Particolari disposizioni per la valutazione degli alunni con bisogni educativi speciali

Si riporta il testo integrale dell’ordinanza:

Articolo 5 :

  • comma 1. Per gli alunni con disabilità certificata ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, si procede alla valutazione sulla base del piano educativo individualizzato, come adattato sulla base delle disposizioni impartite per affrontare l’emergenza epidemiologica. Il piano di apprendimento individualizzato di cui all’articolo 6, ove necessario, integra il predetto piano educativo individualizzato.
  • comma 2. Per gli alunni con DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO certificati ai sensi della legge 8 ottobre 2010, n. 170, la valutazione degli apprendimenti è coerente con il piano didattico personalizzato.
  • comma 3. Per gli alunni con BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI non certificati, che siano stati destinatari di specifico piano didattico personalizzato, si applica quanto disposto al comma 2.
  • comma 4. Il piano di apprendimento individualizzato, ove necessario, integra il piano didattico personalizzato per gli alunni di cui ai commi 2 e 3.

Piano di apprendimento individualizzato

  • ART. 6, comma 1: “Per gli alunni ammessi alla classe successiva tranne che nel passaggio alla prima classe della scuola secondaria di primo grado ovvero alla prima classe della scuola secondaria di secondo grado, in presenza di valutazioni inferiori a sei decimi, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 2, comma 2 del Decreto legislativo i docenti contitolari della classe o il consiglio di classe predispongono un piano di apprendimento individualizzato in cui sono indicati, per ciascuna disciplina, gli obiettivi di apprendimento da conseguire, ai fini della proficua prosecuzione del processo di apprendimento nella classe successiva, nonché specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento. Il piano di apprendimento individualizzato è allegato al documento di valutazione finale.”
  • ART. 6, comma 6: “Nel caso del trasferimento tra istituzioni scolastiche, il piano di integrazione degli apprendimenti è trasmesso all’istituzione scolastica di iscrizione.”

Quando si può bocciare ?

Primo ciclo d’istruzione

  • ART. 3, comma 7: “Nei casi in cui i docenti del consiglio di classe non siano in possesso di alcun elemento valutativo relativo all’alunno, per cause non imputabili alle difficoltà legate alla disponibilità di apparecchiature tecnologiche ovvero alla connettività di rete, bensì a situazioni di mancata o sporadica frequenza delle attività didattiche, già perduranti e opportunamente verbalizzate per il primo periodo didattico, il consiglio di classe, con motivazione espressa all’unanimità, può non ammettere l’alunno alla classe successiva.”

Scuola secondaria di secondo grado – Valutazione delle classi non terminali

  • ART. 4, comma 6: ” Nei casi in cui i docenti del consiglio di classe non siano in possesso di alcun elemento valutativo relativo all’alunno, per cause non imputabili alle difficoltà legate alla disponibilità di apparecchiature tecnologiche ovvero alla connettività di rete, bensì a situazioni di mancata o sporadica frequenza delle attività didattiche, perduranti e già opportunamente verbalizzate per il primo periodo didattico, il consiglio di classe, con motivazione espressa all’unanimità, può non ammetterlo alla classe successiva.”

Ordinanza: testo ufficiale e PDF

Per le norme riguardanti gli esami di maturità e terza media vi rimandiamo al nostro articolo dedicato: Scuola: le regole per gli esami di maturità e terza media 2020 [VIDEO e SLIDE].

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Scuola: le regole per gli esami di maturità e terza media 2020 [VIDEO]

esame di maturità 2020

Durante la conferenza stampa, che potete seguire tramite il link a fine articolo, la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha illustrato le ordinanze che regolano l’esame di maturità 2020. Oltre alla prova finale del secondo ciclo, sono state emanate anche le regole riguardanti il primo ciclo d’istruzione.

Il comunicato

Le tre Ordinanze tengono conto di quanto previsto dal decreto scuola, approvato in Consiglio dei Ministri ad aprile, e dell’emergenza coronavirus. Sono state firmate dopo essere state presentate ufficialmente alle Organizzazioni sindacali e sottoposte al parere del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, organo consultivo del Ministero, come previsto dalla normativa vigente.

La Ministra ha presentato i contenuti dei provvedimenti questa mattina in conferenza stampa. Erano presenti anche il Dottor Agostino Miozzo, Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico istituito per l’emergenza coronavirus, e il Professor Alberto Villani, componente del Cts e del gruppo di lavoro del Ministero per la ripresa di settembre, che hanno illustrato le misure individuate per lo svolgimento in presenza e in sicurezza degli Esami di Stato del secondo ciclo di istruzione.

Le parole della Ministra Azzolina

“Con le Ordinanze forniamo alle scuole indicazioni precise e condivise per affrontare la chiusura di un anno scolastico certamente straordinario. Non dobbiamo mai dimenticare che questa emergenza non era prevedibile e che la nostra scuola ha saputo reagire ad una pandemia che ha completamente rivoluzionato le abitudini di milioni di cittadini e studenti nel mondo. Nel corso delle settimane abbiamo seguito l’evolversi dello scenario epidemiologico, costruendo il quadro delle norme che accompagneranno le scuole in chiusura d’anno e nell’avvio del prossimo. Abbiamo scelto una linea precisa: affidarci alle indicazioni della scienza. Questo ha richiesto scelte dolorose come la chiusura delle scuole, ma abbiamo così contribuito alla tutela della salute di tutti.”

Video della conferenza

Link Slide sulle regole per gli esami di primo e secondo ciclo

https://www.miur.gov.it/documents/20182/2467413/Slide_conf.Esame_di_Stato_2020-Azzolina1.pdf/f1dd070a-95af-91f8-a94c-9202e7cb77d5?t=1589632173709

Ordinanze

Per altre notizie che riguardano l’esame di maturità 2020 e l’esame di terza media 2020 continua a seguirci sui nostri canali!


Un Tutor per amico APS: Chi siamo

L’Associazione Un Tutor per Amico APS nasce nel 2018 perseguendo finalità di promozione sociale e realizzando interventi di assistenza educativa, rieducativa, socio-sanitaria, formazione e divulgazione sui problemi inerenti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), Bisogni Educativi Speciali (BES). Inoltre, si occupa di problematiche riferite ai bambini, giovani, famiglia e scuola, offrendo diffusione e informazione scientifica, divulgativa, operativa e logistica sulle relative problematiche ed interventi e occupandosi di formazione per il personale della scuola.

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Didattica a Distanza | Questionario e primi risultati

L’emergenza sanitaria che stiamo attraversando ha avuto importanti ricadute psicologico-sociali sugli italiani. Una delle categorie dimenticate dalle istituzioni e dai Ministeri è stata sicuramente quella dell’età evolutiva, ovvero quegli adolescenti e quei bambini ai quali è stato richiesto da un giorno all’altro di modificare il proprio mondo. I loro bisogni e le loro idee sono stati poco considerati, come se bambini e adolescenti non fossero in grado di formulare soluzioni o fornire preziose informazioni. Partendo dall’idea che le persone facciano la “buona scuola” e che anche i bambini e i ragazzi siano il propulsore del cambiamento, l’Associazione Un Tutor per Amico ha costruito e divulgato dal 10 aprile 2020 un Questionario #IoStudioOnline al fine di indagare come studenti, docenti, genitori e tutor dell’apprendimento stiano vivendo e affrontando la didattica a distanza e quali siano le risorse e i limiti di questo strumento.

L’età evolutiva è di per sé mutevole e fortemente capace di adattarsi alla novità, ma allo stesso tempo, fino ad ora, ai nativi digitali si è contrapposta una società non adeguatamente 2.0. L’intero sistema scolastico ha dovuto in questo periodo trasformarsi e così docenti, genitori e tutor dell’apprendimento armati di pazienza e volontà si sono schierati in falange come nell’antica Grecia.

Barometro Didattica a Distanza (DAD)

Attraverso il Questionario #IoStudioOnline si vuole quindi fotografare lo stato di salute della Scuola Online italiana. L’iniziativa è rivolta a studenti di qualunque ordine e grado, anche quelli universitari; docenti; genitori e tutor dell’apprendimento.

Obiettivo del questionario

Il questionario potrebbe fornire importanti indicazioni utili per la progettualità futura della Didattica a Distanza (DAD).

Come partecipare al progetto

Puoi partecipare in maniera totalmente anonima ed è sufficiente cliccare sul Link in basso e dire la tua. Fino ad oggi hanno partecipato in tanti e verrà presentato in questo articolo l’elaborazione provvisoria dei risultati che avverrà in maniera definita e aggregata dalle prossime settimane.


CONTINUA A PAGINA 2

Cosa sono i disturbi specifici dell’apprendimento?

Disturbi specifici dell'apprendimento

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. le   prime manifestazioni si evincono agli inizi della scolarizzazione. 

Tipologie di Disturbi Specifici dell’Apprendimento

In base alla tipologia di difficoltà riscontrate, si distinguono quattro classi di disturbi legati all’apprendimento: 

  • Dislessia
  • Disortografia 
  • Disgrafia
  • Discalculia

Non interferiscono con l’intelligenza

Nessuno di questi disturbi interferisce con l’intelligenza della persona. Difatti, uno dei      criteri per la diagnosi di DSA è una condizione di intelligenza globale che risulti nella norma. 

Cosa fare

Tramite un tempestivo intervento didattico, riabilitativo e rieducativo è possibile imparare a gestire le difficoltà di apprendimento,  tenendo conto delle specificità di ognuno.

I disturbi specifici dell’apprendimento sono e devono essere considerati come caratteristiche peculiari della persona e non come fattori di disabilità. Attraverso l’utilizzo di interventi mirati è possibile compensare alcune delle difficoltà riscontrate dagli studenti, l’A.P.S “Un tutor per amico” propone figure altamente specializzate nella presa in carico di studenti con difficoltà di apprendimento.

Un Tutor per amico APS: Chi siamo

L’Associazione Un Tutor per Amico APS nasce nel 2018 perseguendo finalità di promozione sociale e realizzando interventi di assistenza educativa, rieducativa, socio-sanitaria, formazione e divulgazione sui problemi inerenti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), Bisogni Educativi Speciali (BES). Inoltre, si occupa di problematiche riferite ai bambini, giovani, famiglia e scuola, offrendo diffusione e informazione scientifica, divulgativa, operativa e logistica sulle relative problematiche ed interventi e occupandosi di formazione per il personale della scuola.

L’Associazione ha ricevuto il Patrocinio Morale dalla Fondazione Cannavaro-Ferrara, già impegnata in progetti sociali volti a contrastare le diverse forme di disagio infantile e giovanile della città e della provincia di Napoli. Ambiti di intervento: educazione, formazione al lavoro, sport, aggregazione, salute.

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Chi è il Tutor dell’apprendimento

tutor dell'apprendimento

Il Tutor: tra la scuola e la famiglia

Il tutor dell’apprendimento si occupa di offrire degli interventi didattico-educativi allo studente  con DSA. La sua è una figura di mediazione nella rete composta da: 

  • Scuola: i tutor offrono indicazioni circa la stesura e applicazione del Piano Didattico Personalizzato al corpo docente dell’alunno. Vengono, inoltre, effettuati incontri con i singoli insegnanti per analizzare e valutare l’andamento del percorso didattico e lo sviluppo globale dello studente 
  • Famiglia: i genitori rappresentano una figura di supporto e monitoraggio per l’andamento del percorso di tutoraggio del ragazzo/a. Vengono forniti ai genitori tutti  

Gli strumenti per essere un soggetto attivo nel percorso di studio del proprio figlio

  • Studente: l’obiettivo principe del tutoraggio è la crescita formativa ed educativa, che passa attraverso la comprensione degli strumenti più efficaci da utilizzare nel percorso di apprendimento. Ci si allena a imparare ad imparare, attraverso la costruzione attiva di un metodo di studio che tenga conto in particolar modo, delle caratteristiche dello studente.
  • Altre figure professionali eventualmente presenti: dalla lettura della diagnosi ai suggerimenti in fase di stesura del PDP, numerosi sono i contatti che possono esserci tra tutor e altre figure professionali specializzate, con l’obiettivo di rendere operativi ed effettivi tutti gli strumenti necessari per il successo formativo ed educativo dello studente.

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Il doposcuola specializzato

doposcuola specializzato

L’associazione “A.P.S. Un Tutor per Amico”, propone interventi personalizzati di doposcuola con tutor dell’apprendimento altamente qualificati. Gli incontri si svolgono singolarmente, con l’obiettivo di strutturare un metodologia di studio che tenga conto delle peculiarità dello studente e che possa rappresentare una delle misure compensative più efficaci nel suo percorso didattico. Vengono quindi stabiliti incontri pomeridiani domiciliari in cui vengono affrontate insieme allo studente le materie in cui trova difficoltà, con l’obiettivo di trovare un metodo che possa arginarle.   

Doposcuola specializzato. A chi è rivolto:

  • A tutti gli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione e formazione con certificazione di DSA
  • A tutti gli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione e formazione con  situazioni di difficoltà nell’apprendimento

Per maggiori informazioni sul doposcuola specializzato:

Numero +39 371 305 5724

E-mail  associazione@untutorperamico.it

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Progetto con la Fondazione Cannavaro-Ferrara

fondazione cannavaro-ferrara

Arrivato al suo terzo anno di attività, il progetto “Un tutor per amico” nasce dalla spinta della Fondazione Cannavaro-Ferrara la quale da anni opera per contribuire a contrastare le diverse forme di disagio infantile e giovanile della città e della provincia di Napoli, attraverso il più ampio coinvolgimento dei suoi stakeholder interni ed esterni

Aree d’intervento

I suoi progetti sociali si focalizzano nei seguenti ambiti di intervento: Sport, Aggregazione, Educazione, Formazione al lavoro, Riqualificazione di spazi, Salute.

Attività progetto Un Tutor per Amico – Fondazione Cannavaro-Ferrara

L’attività del progetto ha viste coinvolte diverse fasi svolte tutte all’interno dell’ Istituto Comprensivo Foscolo-Oberdan con alunni di scuola primaria di primo e secondo grado:

  • Formazione di nuovi tutor dell’apprendimento specializzati sul tema dei disturbi specifici dell’apprendimento
  • Doposcuola specializzato
  • Entrata in classe in orario curricolare per affiancare i docenti nella strutturazione delle lezioni in un’ottica di collaborazione reciproca e funzionale all’apprendimento di tutto il gruppo classe. Primo caso registrato sul territorio Nazionale

Video del progetto

https://www.youtube.com/watch?v=igN2CRzthGg&t=5s

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