Didattica a Distanza | Questionario e primi risultati

Didattica a distanza: risultati del questionario

I tutor dell’apprendimento

Sono stati 17 i tutor che hanno aderito all’iniziativa e nella maggioranza dei casi è emerso che la categoria stia continuando a lavorare online (82,4%) nonostante il carico di lavoro non sia lo stesso rispetto alla fase pre-lockdown. In molti riferiscono infatti una diminuzione dei casi in carico nonostante l’aumento dell’impegno profuso nelle attività. Nel 76,5% dei casi i tutor hanno in carico bambini o ragazzi con diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento, nel 17,6% di disturbi comportamentali o senza diagnosi e nell’11,8% con diagnosi disturbi d’ansia o dell’umore.

Tutor e percorsi formativi

Nel 67,4% dei casi i tutor hanno svolto un corso di formazione per svolgere questo lavoro e nel 64,7% dei casi svolgerebbero corsi di formazione per avere maggiori competenze nella didattica a distanza. I tutor provengono nel 36,4% dei casi da percorsi universitari scientifici (Architettura, Biotecnologie, Chimica, Fisica, Design, Informatica, Ingegneria, Matematica, Statistica, Acquacoltura); nel 18,20% da percorsi formativi di area umanistica (Scienze della Formazione, dell’Educazione, Lettere, Filosofia, Antropologia, Archeologia, Beni Culturali, DAMS, Scienze Linguistiche); nel 18,20% dall’area sociale (Comunicazione, Economia, Scienze Politiche, Sociologia, Giurisprudenza) e infine nel 18,20% dall’area sanitaria (Medicina e Chirurgia o Veterinaria, Logopedia, Terapia della Neuro e psicomotricità, Psicologia, Farmacia Infermieristica).

Tutor e tecnologia

Tra le piattaforme utilizzate vengono citate: Skype, Zoom, Google Meet, Messenger, WhatsApp, Microsoft Teams, Cisco webex. Si evincono come utili strumenti perlopiù gratuiti: audiolibri, MathType, C-map, Supermappe, YouTube, Power Point.

didattica a distanza
La tecnologia corre in aiuto

Tutor e DAD

In 9 casi su 17 i tutor spiegano di avere difficoltà a lavorare online e in 7 casi beneficerebbero di un gruppo di supervisione a tal proposito. In 12 casi su 17 si vorrebbe far parte di una rete associativa e potersi quindi confrontare con persone che svolgono le medesime attività. Rilevante è l’ultimo dato secondo il quale in 14 casi su 17 vi sia l’assenza di un dialogo diretto tra tutor e corpo docenti, che segnala una scarsa permeabilità dei confini tra sistemi che gravitano attorno all’alunno e che dovrebbero invece interloquire al fine della costruzione di una didattica inclusiva e realmente personalizzata, anche se in fase di emergenza.

Un Tutor per amico APS: Chi siamo

L’Associazione Un Tutor per Amico APS nasce nel 2018 perseguendo finalità di promozione sociale e realizzando interventi di assistenza educativa, rieducativa, socio-sanitaria, formazione e divulgazione sui problemi inerenti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), Bisogni Educativi Speciali (BES). Inoltre, si occupa di problematiche riferite ai bambini, giovani, famiglia e scuola, offrendo diffusione e informazione scientifica, divulgativa, operativa e logistica sulle relative problematiche ed interventi e occupandosi di formazione per il personale della scuola.

L’Associazione ha ricevuto il Patrocinio Morale dalla Fondazione Cannavaro-Ferrara, già impegnata in progetti sociali volti a contrastare le diverse forme di disagio infantile e giovanile della città e della provincia di Napoli. Ambiti di intervento: educazione, formazione al lavoro, sport, aggregazione, salute.

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